Barba non facit philosophum

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Antonio Rossi nel consiglio di stato di Murat

Al tempo del “decennio francese” (1806-1815), un casoriano sedette nel Consiglio di Stato di Gioacchino Murat: l’avvocato Antonio Rossi (1758-1817), fratello del preposito Paolo Rossi, sepolto nel transetto della basilica di San Mauro. Giovane avvocato, appena ventenne, Antonio Rossi aveva inviato a Ferdinando di Borbone una “memoria” sul diritto del re sui banchi pubblici, che nel 1779 fu pubblicata a stampa, provocando non poche polemiche.  Nello stesso anno aveva dato alle stampe un volume sulla Monarchia, ma (visti anche i difficili tempi politici) senza riuscire ad ottenere grandi gratificazioni dal re, aveva continuato a dedicarsi all’avvocatura.

Dopo l’avventura della Repubblica del 1799, nel periodo del “decennio francese” che vide sul trono di Napoli Giuseppe Bonaparte e poi Gioacchino Murat, Antonio Rossi riuscì però a scalare le più alte gerarchie del Dipartimento delle Finanze, fino ad essere nominato Agente del Contenzioso del Tesoro, arrivando a sedere in Consiglio di Stato come relatore. Il suo incarico prevedeva «le diligenze e le coazioni contro i contabili debitori, e la riscossione degli obblighi in ritardo: l’esame della cauzioni, ed il parere della domanda di restituzione fatta in caso di morte o rinuncia di coloro che hanno dovuto prestarle». Faceva parte della Commissione per gli affari contenziosi insieme a Giuseppe Poerio, David Winspeare e Giustino Fortunato senior. E in seguito entrò anche tra i componenti del “Consiglio delle prede marittime” (composto da 7 giudici) e fu nominato Cavaliere del Real Ordine delle Due Sicilie.

Antonio Rossi abitava a Napoli, in via Sant’Anna dei Lombardi. Ma alla fine del 1816, colpito da una grave malattia, decise di tornare nella nativa Casoria, accanto ai fratelli (era celibe, non si era sposato). Qui morì dopo quattro mesi, il 22 marzo 1817, e fu sepolto nella chiesa collegiata di San Mauro, di cui era preposito il fratello, Paolo Rossi, che gli dedicò un monumento, con la seguente epigrafe: D.O.M. / MEMORIAE ET QUIETI AETERNAE / ANTONII ROSSI/ COELIBIS IN NEAPOLITANO PRIMUM FORO / CAUSARUM PATRONI / CONTROVERSIS POSTEA REGII AERARII NEGOTIIS / CURANDIS PRAEFECTI / PIRATARUM DEIN STLITIBUS IUDICANDIS VII VIRI / ET EQUESTRI USTRIUSQUE SICILIAE ORDINI ADSCRIPTI / PUBLICI PRIVATIQUE IURIS PRUDENTISSIMI / QUI MINUS COMPARATIS OPIBUS OBITISQUE MUNERIBUS / QUAM RELIGIONE ET SINGULARI FRUGALITATE / VEL INTER AFFLUENTES URBIS DELICIAS / CONSPICUUS / POST QUADRIMES[TRES] LATENTIS MORBI CRUCIATUS / FORTITER TOLERATOS / INTER FRATRUM SUORUM OPPIDANORUM LACRYMAS / QUOS IUGITER OPERA ET CONSILIO IUVIT / SUPREMUM OBIIT DIEM / FRATRI CARISSIMO ET B.D.S.M. / PAULUS ROSSI PRAEPOSITUS CURATUS COLLEGIATAE / ECCL. S. MAURI / CAETERIQUE GERMANI FRATRES / DOLENTES MOERENTESQUE / MONUMENTUM HOC P. C. / VIXIT AN. LVIII MENSIBUS IX DIEBUS IX / QUIEVIT IN PACE XI KAL APRILES / ANNO AERAE CHRIST. CIↃIↃCCCXVII

Bibliografia: Cfr «Monitore Napolitano», n. 296, del 27 dicembre 1808; «Corriere Milanese», n. 6, del 14 gennaio 1809, p. 46; Almanacco Reale per l’anno MDCCCXI, Napoli, Stamp. del Monitore delle Due Sicilie, 1811, pp. 90, 92, 172, 156.

 

dal sito https://archiviocasoria.wordpress.com

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